In tre mesi gli aeroporti italiani hanno perso 45 milioni di passeggeri

“I provvedimenti finora adottati dal Governo per far fronte alla situazione di profonda crisi derivata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 hanno completamente trascurato i gestori aeroportuali, costretti a chiedere la cassa integrazione per oltre 10.000 dipendenti delle società di gestione.” Lo spiega Assaeroporti in un comunicato che sottolinea come negli ultimi tre mesi gli aeroporti del nostro paese hanno perso, nel complesso 45 milioni di passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2019. A marzo, gli aeroporti italiani hanno perso 12 milioni di passeggeri, ad aprile 16 milioni e le prime proiezioni di maggio stimano un calo di 17 milioni di viaggiatori.
“È il peggior calo di sempre, siamo in presenza di tre mesi di blocco totale del trasporto aereo”, dichiara il presidente di Assaeroporti, Fabrizio Palenzona. “Le prossime settimane saranno decisive per porre le basi della ripartenza di un settore strategico per il nostro Paese. I correttivi al DL Rilancio, le misure che saranno inserite nel DL Semplificazioni e i prossimi DPCM sono le ultime occasioni per garantire la mobilità del paese, ripristinare i collegamenti con l’Europa e il mondo e conservare migliaia di posti di lavoro. Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione: il danno sarebbe irrecuperabile”.
Assaeroporti sottolinea come la crisi stia avendo un forte impatto sul settore e rischi di compromettere la realizzazione degli imponenti piani di investimento previsti per lo sviluppo del sistema aeroportuale nazionale. Alcuni scali, soprattutto quelli di minori dimensioni che svolgono un ruolo importante per lo sviluppo dei territori e per la mobilità di cittadini e imprese, sono a rischio sopravvivenza.
“Migliaia di posti di lavoro sono in pericolo,” prosegue il comunicato, “così come un’enorme fetta dell’indotto turistico. In Italia, infatti, il 40% dei visitatori stranieri arriva in aereo, confermando il ruolo essenziale degli aeroporti per lo sviluppo del turismo. I due comparti muovono complessivamente circa il 17% del PIL nazionale e, senza adeguati interventi di sostegno, le ricadute si profilano drammatiche.”
In tale contesto Assaeroporti accoglie favorevolmente la scelta di rilanciare Alitalia, ma sottolinea fermamente come l’eventuale adozione da parte del Governo di misure protezionistiche e selettive, tese a disincentivare la presenza di compagnie low cost nel nostro paese, determinerà un cambio di scenario e il ritorno ad un trasporto aereo d’élite.
“Una circostanza negativa che si è già verificata 15 anni fa quando, con la legge sui requisiti di sistema, si tentò di salvare Alitalia con i risultati nefasti che sono sotto gli occhi di tutti.” Si legge nel comunicato. “A maggior ragione oggi che Alitalia rappresenta – rispetto ad allora – non il 50% del traffico passeggeri, ma circa il 13% del totale, si corre solo il rischio di danneggiare pesantemente il trasporto aereo nel suo complesso.”
Per questo l’Associazione degli aeroporti italiani chiede al Governo di assicurare un mercato concorrenziale che garantisca la mobilità di passeggeri e merci.
“Quello del trasporto aereo è un settore determinante per la ripresa socio economica dell’Italia, che deve essere sostenuto attraverso misure a favore dell’intera filiera.” Conclude Assaeroporti. “In particolare, occorre mettere a disposizione delle imprese aeroportuali risorse accessibili, attraverso la creazione di un fondo dedicato, che compensi i gestori e gli altri operatori del settore per i danni subiti e consenta di ripartire guardando al futuro, preservando i livelli occupazionali e garantendo la realizzazione degli investimenti.”

 

 

Redattore: Carlo Dedoni

Fonte della notizia: Ufficio Stampa Assaeroporti
Foto di copertina di Salvatore Cossu

 

 

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In tre mesi gli aeroporti italiani hanno perso 45 milioni di passeggeri

“I provvedimenti finora adottati dal Governo per far fronte alla situazione di profonda crisi derivata dall’emergenza sanitaria da Covid-19 hanno completamente trascurato i gestori aeroportuali, costretti a chiedere la cassa integrazione per oltre 10.000 dipendenti delle società di gestione.” Lo spiega Assaeroporti in un comunicato che sottolinea come negli ultimi tre mesi gli aeroporti del nostro paese hanno perso, nel complesso 45 milioni di passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2019. A marzo, gli aeroporti italiani hanno perso 12 milioni di passeggeri, ad aprile 16 milioni e le prime proiezioni di maggio stimano un calo di 17 milioni di viaggiatori.
“È il peggior calo di sempre, siamo in presenza di tre mesi di blocco totale del trasporto aereo”, dichiara il presidente di Assaeroporti, Fabrizio Palenzona. “Le prossime settimane saranno decisive per porre le basi della ripartenza di un settore strategico per il nostro Paese. I correttivi al DL Rilancio, le misure che saranno inserite nel DL Semplificazioni e i prossimi DPCM sono le ultime occasioni per garantire la mobilità del paese, ripristinare i collegamenti con l’Europa e il mondo e conservare migliaia di posti di lavoro. Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione: il danno sarebbe irrecuperabile”.
Assaeroporti sottolinea come la crisi stia avendo un forte impatto sul settore e rischi di compromettere la realizzazione degli imponenti piani di investimento previsti per lo sviluppo del sistema aeroportuale nazionale. Alcuni scali, soprattutto quelli di minori dimensioni che svolgono un ruolo importante per lo sviluppo dei territori e per la mobilità di cittadini e imprese, sono a rischio sopravvivenza.
“Migliaia di posti di lavoro sono in pericolo,” prosegue il comunicato, “così come un’enorme fetta dell’indotto turistico. In Italia, infatti, il 40% dei visitatori stranieri arriva in aereo, confermando il ruolo essenziale degli aeroporti per lo sviluppo del turismo. I due comparti muovono complessivamente circa il 17% del PIL nazionale e, senza adeguati interventi di sostegno, le ricadute si profilano drammatiche.”
In tale contesto Assaeroporti accoglie favorevolmente la scelta di rilanciare Alitalia, ma sottolinea fermamente come l’eventuale adozione da parte del Governo di misure protezionistiche e selettive, tese a disincentivare la presenza di compagnie low cost nel nostro paese, determinerà un cambio di scenario e il ritorno ad un trasporto aereo d’élite.
“Una circostanza negativa che si è già verificata 15 anni fa quando, con la legge sui requisiti di sistema, si tentò di salvare Alitalia con i risultati nefasti che sono sotto gli occhi di tutti.” Si legge nel comunicato. “A maggior ragione oggi che Alitalia rappresenta – rispetto ad allora – non il 50% del traffico passeggeri, ma circa il 13% del totale, si corre solo il rischio di danneggiare pesantemente il trasporto aereo nel suo complesso.”
Per questo l’Associazione degli aeroporti italiani chiede al Governo di assicurare un mercato concorrenziale che garantisca la mobilità di passeggeri e merci.
“Quello del trasporto aereo è un settore determinante per la ripresa socio economica dell’Italia, che deve essere sostenuto attraverso misure a favore dell’intera filiera.” Conclude Assaeroporti. “In particolare, occorre mettere a disposizione delle imprese aeroportuali risorse accessibili, attraverso la creazione di un fondo dedicato, che compensi i gestori e gli altri operatori del settore per i danni subiti e consenta di ripartire guardando al futuro, preservando i livelli occupazionali e garantendo la realizzazione degli investimenti.”

 

 

Redattore: Carlo Dedoni

Fonte della notizia: Ufficio Stampa Assaeroporti
Foto di copertina di Salvatore Cossu

 

 

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