L’APARF rilancia sul progetto di sviluppo del terzo scalo aereo laziale a Frosinone
Dopo la presentazione del progetto, avvenuta lo scorso 30 settembre, davanti a una platea composta da politici, giornalisti ed addetti ai lavori, inclusi i rappresentanti di ENAC e delle compagnie aeree low-cost, l’APARF (Associazione Progetto Aeroporto di Roma Frosinone) sottolinea come la questione della realizzazione di un terzo scalo aereo per la regione Lazio sia una tematica attualissima.
“Una cosa appare certa, il Lazio ha necessità di un nuovo aeroporto civile. Quando la pandemia sarà solo un ricordo, speriamo prestissimo, risulterà evidente a tutti che un Ciampino dimezzato e l’attuale Fiumicino non saranno più sufficienti ad accogliere il normale traffico aereo.” Sottolinea un comunicato dell’Associazione. “Un nuovo aeroporto civile si farà, gli addetti ai lavori ne sono certi, ma dove non è ancora stato deciso. Di certo si sa che le sedi di Latina e Viterbo non sono neppure candidabili per ragioni infrastrutturali e tecniche sulle quali non ci soffermiamo perché esulano dallo scopo del comunicato. Mai Frosinone ha avuto una opportunità così chiara, unica ed irripetibile, di dotarsi di una infrastruttura che da sola potrebbe rilanciare in termini economici ed occupazionali il capoluogo ciociaro, con enormi benefici per tutto il basso Lazio.”
Dopo aver raggiunto l’obiettivo di lanciare la proposta, l’APARF guarda avanti e rilancia la sua azione.
“C’è da lavorare ancora molto sugli aspetti tecnici, c’è da coinvolgere più attivamente le istituzioni, la politica, l’opinione pubblica e soprattutto c’è da abbattere alcune sacche di scetticismo, che sono comprensibili solo se chi entra nel dibattito non conosce i contenuti del progetto oppure, senza cognizione di causa, si lascia andare a notizie o semplici ipotesi, non vere e non verificate o, ancor peggio, ai soliti luoghi comuni.” Prosegue il comunicato. “Quanto appena detto trova riscontro nella maggior parte delle dichiarazioni apparse in questi giorni in cronaca locale.”
“L’APARF,” sottolinea l’associazione, “ha inteso sin dall’inizio fare tesoro di tutte le esperienze maturate negli anni su questo argomento e si è molto prodigata nel raccogliere idee, dati, suggerimenti, nel monitorare una situazione regionale più volte mutata, una situazione che tiene conto della presenza di Fiumicino, il più grande scalo nazionale, del suo possibile ampliamento e delle difficoltà finora emerse, e dei limiti dell’aeroporto di Ciampino il cui ridimensionamento è entrato nella fase operativa. Un progetto fatto da chi sa di aeroporti , che si è arricchito giorno dopo giorno , attualizzato e contestualizzato al fine di tener conto di tutte le esigenze, a partire da quella molto sentita del rispetto per l’ambiente. Ora, mentre lo studio si basa su dati e su informazioni verificate, su situazioni reali, ci pare di capire che alcuni interventi apparsi sui giornali siano in realtà affetti da approssimazione, che nasce da una buona dose di disinformazione e che inevitabilmente riporta a luoghi comuni.”
Ad oggi quello di Frosinone è un aeroporto militare sul quale ha sede il 72° Stormo dell’Aeronautica Militare che ha come compito istituzionale la formazione dei piloti elicottero della stessa AM e delle forze armate e dei corpi dello stato.
“Per esigenze di razionalizzazione dei siti, il che significa presumibilmente ricerca di riduzione dei costi, l’Aeronautica Militare ha deciso da tempo, ed in modo insindacabile, di spostare la scuola a Viterbo, decisione sulla quale sembra che non ci saranno ripensamenti.” Prosegue l’APARF. “Attenzione però, la rinuncia alla scuola non prefigura affatto la rinuncia al sito aeroportuale, che anzi stando alle dichiarazioni delle alte gerarchie militari continuerà a rimanere di interesse e di proprietà dell’AM. Nel rispetto di questa posizione l’Associazione, non volendo basare il progetto su presupposti fantasiosi e non all’ordine del giorno, ha inteso produrre uno studio accurato e corredato di Business Plan e Simulazioni di volo immaginando il posizionamento della pista e delle infrastrutture aeroportuali completamente fuori dal sedime militare, nella zona compresa tra il confine sud-ovest dell’attuale aeroporto e l’autostrada Roma- Napoli. Discutere quindi di un aeroporto che andrà a sovrapporsi a quello militare esistente è fuorviante e non aiuta.”
Un capitolo a parte, copioso, ed ancora oggetto di ulteriori continue integrazioni, riguarda l’aspetto ambientale. A tal proposito l’APARF sottolinea che il progetto illustrato seguiva criteri di eco-sostenibilità al fine di realizzare una infrastruttura moderna, integrata, sostenibile e interconnessa.
“Il progetto di APARF prevede largo utilizzo di materiali eco, e l’adozione di un grande sistema fotovoltaico che renderà l’aeroporto totalmente autonomo dalla rete.” Spiega l’associazione. “L’utilizzo dell’aeroporto sarà consentito solo ad aerei B737 MAX e A320neo di ultima generazione ad emissioni estremamente ridotte. Per compensare totalmente le emissioni di CO2 verranno piantati migliaia di alberi, calcoli alla mano tanti quanti saranno necessari per annullare il surplus di gas serra indotto. Previsto inoltre che il gestore dell’aeroporto si impegni a devolvere ogni anno una percentuale degli utili, da stabilire all’atto della convenzione, da destinare all’opera di risanamento delle aree circostanti, pensiamo al fiume Sacco, alla discarica di via le Lame e ad altri interventi da concordare con le autorità competenti e con le associazioni ambientaliste.”
L’APARF ritiene doveroso fornire questo contributo al fine di neutralizzare gli effetti collaterali indotti dal desiderio di cavalcare l’onda da una parte e dalla non conoscenza mista a pregiudizio dall’altra.
Redattore: Carlo Dedoni
Fonte della notizia e foto di copertina: Ufficio Stampa APARF